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Stefanie
Si parla sempre più spesso del tema dell'endometriosi nei mezzi di comunicazione di massa. È importante che questa patologia riceva sempre più attenzione dal momento che affligge fino al 10% delle donne in età fertile (Gätje et al. 2015). Con ciò l'endometriosi è una patologia ricorrente nel settore ginecologico. Tuttavia molte donne non conoscono la loro malattia e non vengono perciò sottoposte a nessun trattamento. Ma che cos'è l'endometriosi in effetti?
Consiglio importante: questo testo non sostituisce una visita medica, né una consulenta personale presso il proprio medico fidato. Ti preghiamo di rivolgerti al tuo medico o alla tua dottoressa in caso di domande, problemi o insicurezze. I nostri testi medici sono redatti da specialisti (come giornalisti del campo medico, dottoresse, medici, studenti di medicina quasi al termine dei loro studi, dottorandi di settori medici); tuttavia non possiamo fornire alcuna garanzia sulla correttezza dei contenuti, né prendere responsabilità alcuna in proposito.
Il termine "endometriosi" contiene la parola "endometrium", con la quale viene indicato in medicina il tessuto che ricopre l'utero. L'endometrio si costruisce nel tempo privo di ciclo e viene espulso durante il ciclo, cosa che porta alle mestruazioni mensili. Nel caso dell'endometriosi il tessuto si trova anche al di fuori dell'utero. I luoghi nei quali si possono trovare queste associazioni di cellule sono molto diversi. Il tessuto sparso viene chiamato fuoco o punto focale dell'endometrio. In alcune donne è situato nello strato muscolare dell'utero. Altri luoghi (le cosiddette localizzazioni) sono superficiali o come ciste (una ciste è uno spazio vuoto pieno di liquido) ad esempio sull'ovaia. Le cellule dell'endometrio possono tuttavia crescere anche in tessuti più profondi. Perciò possono riguardare anche la vescica o il retto. Più raramente si trovano fuochi di endometrio anche in luoghi molto lontani dall'utero, come il diaframma ad esempio. Effettivamente non c'è organo alcuno nell'addome che non possa esserne affetto. Tuttavia questi luoghi sono piuttosto insoliti (Alimi et al. 2018).
L'endometriosi dipende dagli estrogeni. Perciò si trova prevalentemente nelle donne in età fertile, dal momento che producono molto di questo ormone. La diagnosi si riscontra soprattutto nelle donne fra i 30 e i 40 anni. L'endometriosi compare raramente prima del primo ciclo e dopo la menopausa.
Siccome gli ormoni influenzano lo sviluppo della malattia, i fattori di rischio considerati sono un primo ciclo precoce, cicli brevi, assenza di figli e una priva gravidanza tarda. Anche famigliari colpiti dalla patologia aumentano il rischio individuale (Parasar et al. 2017).
La causa per l'avvio della patologia rimane fino a oggi sconosciuta. Esistono diverse teorie che esaminano come il tessuto uterino possa venir sparpagliato nel corpo e si innesti negli organi. Una nota teoria parte dal presupposto che le cellule dell'endometrio vengano trasportate dal sangue mestruale, il quale scorre dalle tube di Falloppio verso l'addome. Tuttavia, siccome questo fenomeno compare nel 90% delle donne, ciò non può essere l'unico fattore per lo sviluppo di un'endometriosi. Perciò esistono ancora altre teorie che, per esempio, presuppongono una mutazione di altre celle in celle dell'endometrio. Tutte le teorie finora proposte non sono sufficienti a spiegare l'endometriosi in modo esauriente. I medici credono perciò che diversi fattori abbiano un'influenza (Alimi et al. 2018).
Un'endometriosi può manifestarsi in modo diverso in ogni donna. Spesso tuttavia compaiono dolori forti durante il ciclo che devono o possono essere curati con antidolorifici. La ginecologa o il ginecologo parla perciò di "dismenorrea". Questi dolori compaiono spesso nel corso della vita e non sono presenti già dall'infanzia. Spesso il sanguinamento mestruale è più forte e più lungo. Anche i dolori nel basso ventre, che compaiono regolarmente prima del ciclo, e dolori durante i rapporti sessuali (la cosiddetta dispareunia) sono considerati sintomi tipici. I segni dell'endometriosi dipendono dalla localizzazione dei fuochi. Perciò possono comparire dolori anche urinando o problemi a defecare (Alimi et al. 2018).
Per la diagnosi dell'endometriosi sono importanti i sintomi e la prova del tessuto dell'endometrio. Possono essere riscontrati fuochi dell'endometrio anche in donne senza sintomi mentre si fanno esami medici dovuti ad altre patologie. L'endometriosi necessita di un trattamento solo se accompagnata da sintomi (Gätje et al. 2015).
Un'endometriosi viene scaturita da tessuto uterino sparso su altri organi. A causa sua molte pazienti sviluppano spesso dolori, ad esempio durante il ciclo mestruale.
L'endometriosi causa dolori forti durante il ciclo. Anche dolori durante i rapporti sessuali o quando si urina e si defeca possono essere segni della patologia. Spesso una risonanza magnetica e una biopsia durante una laparoscopia sono gli unici mezzi per poter arrivare a una diagnosi.
Oltre a una pressione dolorosa davvero forte, molte donne soffrono di infertilità, cioè hanno problemi a rimanere incinte.
L'endometriosi dipende dagli ormoni estrogeni. Perciò compare nelle donne fra il loro primo ciclo e la menopausa. Viene diagnosticata più spesso nelle donne fra i 30 e i 40 anni.
Una terapia dell'endometriosi ha come scopo quello di alleviare i dolori e rendere possibile una gravidanza. Esistono farmaci ormonali che possono essere usati per un periodo di tempo. Anche l'estrazione dei fuochi endometrici attraverso un'operazione è un'opzione importante della terapia. Ogni donna dovrebbe perciò ricevere un trattamento curativo personalizzato. Per alcune donne è altresì importante il supporto psicologico.
Se la ginecologa o il ginecologo, sulla base delle descrizioni e delle spiegazioni della paziente, sospetta un caso di endometriosi, allora è importante discutere insieme alla paziente i passi successivi per rendere sicura la diagnosi. Le domande tipiche per la paziente riguardano i dolori e i sintomi che compaiono insieme al ciclo. La visita ginecologica può e dovrebbe avvenire durante il ciclo poiché, a seconda dei casi, i fuochi dell'endometrio si possono sentire per bene. In tal caso il medico curante deve esaminare i genitali esteriormente e, per mezzo di uno specolo, anche interiormente. Anche la palpazione della vagina ed eventualmente del retto sono parte possibili dell'esame. Un'ecografia della parete addominale e della vagina può rilevare strutture cistiche che possono essere segni di un'endometriosi. Se il sospetto di un'endometriosi si rafforza grazie a questi esami, bisognerebbe effettuare una laparoscopia per confermare la diagnosi, estrarre una biopsia e controllare lo stadio della malattia. È un'operazione con cui si riempie l'addome con dell'aria e, tramite delle piccole aperture, si inseriscono una telecamera e altri strumenti medici attraverso la parete addominale. I medici curanti possono riconoscere direttamente i fuochi dell'endometrio come punti bluastri sugli organi addominali. Durante una tale operazione sarebbe sempre utile estrarre campioni di tessuti da analizzare al microscopio. In tal modo si può stabilire la diagnosi in modo definitivo. Per definire l'estensione della patologia, possono essere necessari altri esami della vescica e del retto. Un metodo radiologico per la definizione della diagnosi è la risonanza magnetica per immagini (nucleare). Durante questa, la paziente è sdraiata in un tubo e vengono fatte fotografie dell'addome senza i raggi X. A seconda della localizzazione è possibile individuare per bene i fuochi (Parasar et al. 2017).
L'endometriosi colpisce una donna su dieci. I ginecologi e le ginecologhe suppongono che il 40 – 70% delle donne che hanno problemi a rimanere incinte soffra di endometriosi (Gätje, R., 2015). Se, nonostante rapporti sessuali regolari e non protetti per oltre un anno, non subentra la gravidanza, allora si parla di sterilità. Le cause della sterilità possono essere in entrambi i partner e sono molteplici. L'endometriosi è, tuttavia, vista la sua frequenza, una causa davvero ricorrente. I meccanismi che portano alla sterilità da endometriosi non sono stati chiariti in modo definitivo. In alcune donne i fuochi dell'endometriosi portano ad attacamenti che riducono le funzioni delle tube. In tali casi, si può iniziare lo scioglimento degli attaccamenti e aiutare così le pazienti (Diagnosis and therapy of endometriosis. Guideline of the DGGG, SGGG and OEGGG. 2020).
Dai fuochi endometrici si sviluppa solo raramente un cancro. Tuttavia l'endometriosi aumenta il rischio dei tumori alle ovaie. Perciò è molto importante andare ai controlli standard di prevenzione presso il proprio ginecologo o ginecologa (Gätje et al. 2015).
Nel caso di sintomi forti, bisognerebbe tentare di rimuovere completamente i fuochi endometrici. Questo può avvenire già durante la laparoscopia per la conferma della diagnosi. Anche le cisti alle ovaie dovrebbero essere rimosse tramite operazione. È necessario concordare singolarmente con ogni paziente se includere la rimozione dell'utero o di altri tessuti tramite operazione. Fattori decisivi sono il desiderio di avere figli o pianificazione famigliare già conclusa, età, estensione e carico della patologia. Alcune donne non possono essere sottoposte a una laparoscopia. L'operazione avviene dunque per incisione addominale.
Una grande rilevanza nella cura dell'endometriosi ha la terapia ormonale. Come già accennato, i fuochi endometrici reagiscono agli estrogeni. Sull'endometrio sono collocati gli opposti degli estrogeni, i progestinici. I progestinici sono ormoni che hanno un ruolo importante nel ciclo femminile. Per questo motivo possono essere prescritti preparati con progestinici o la pillola anticoncezionale contenente molti progestinici. Una possibile alternativa sono i medicinali che riducono la produzione di ormoni. Questa terapia si protrae normalmente dai 3 ai 6 mesi. Naturalmente bisogna curare i dolori forti prima o durante il ciclo con degli antidolorifici (Diagnosis and therapy of endometriosis. Guideline of the DGGG, SGGG and OEGGG. 2020).
Siccome la patologia intacca considerevolmente la qualità della vita delle donne colpite, a volte aiuta molto cercare un supporto psicologico (Vitale et al. 2017).
Una terapia può lenire i dolori di molte pazienti. Anche i metodi moderni della medicina riproduttiva possono sostenere molte donne a realizzare il loro desiderio di maternità. Tuttavia la guarigione completa dall'endometriosi è rara, anche se potrebbe avere luogo un'autoguarigione spontanea dopo una gravidanza o la menopausa (Gätje et al. 2015).
Se puoi riscontrare alcuni dei sintomi per il tuo ciclo, è importante consultare il tuo ginecologo o ginecologa. Questi, grazie alla loro esperienza e a una prima visita, possono confermare o smentire il tuo sospetto. La diagnostica successiva viene spesso fatta in centri specializzati. Qui si può anche pianificare la terapia. Di particolare importanza sono questi centri per le donne con l'endometriosi e il desiderio di maternità. Anche se alcuni sintomi, come i dolori durante la defecazione, possono essere accompagnati da un senso di vergogna, è importante parlarne al proprio medico curante.
Alimi, Y., et al. (2018), The Clinical Anatomy of Endometriosis: A Review, Cureus, 10 (9), e3361.
Gätje, Regine, et al. (2015), Kurzlehrbuch Gynäkologie und Geburtshilfe (Georg Thieme Verlag).
Parasar, P., Ozcan, P., and Terry, K. L. (2017), Endometriosis: Epidemiology, Diagnosis and Clinical Management, Curr Obstet Gynecol Rep, 6 (1), 34-41.
Vitale, Salvatore Giovanni, et al. (2017), Impact of endometriosis on quality of life and psychological well-being, Journal of Psychosomatic Obstetrics & Gynecology, 38 (4), 317-19.
Diagnosis and therapy of endometriosis. Guideline of the DGGG, SGGG and OEGGG (S2k- Level, AWMF Registry No. 045/015, August 2020).
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